I Soldi degli Altri: i Bei Tempi Andati

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È ormai qualche settimana che torno su questo diario. Devo ammettere che non sono molto bravo nel mantenerlo. Ho guardato altri blog e sono spettacolari. Non posso che scusarmi. A mia difesa posso solo dire che posso dedicarmi al sito solo una o due volte alla settimana. Come se non bastasse, tecnologicamente parlando, non sono la persona più avanti del mondo.

La mia carriera è iniziata molto prima dell’arrivo di internet. Diamine: nemmeno i fax erano così comuni. I telefoni cominciavano ad avere una tastiera, ma quelli più comuni avevano ancora la rotella da far girare…

Altri tempi.

Mi presento: sono Marco Spizzi, faccio il fiduciario a Lugano, la città dove sono nato e dove vivo.

Ho cominciato a lavorare come fiduciario una quarantina d’anni fa per la fiduciaria XYZ di proprietà di Luigi Ambrosetti.

Adesso che ho fatto il nome di Ambrosetti, penso sia importante chiarire una cosa su tutti i nome che troverete su questo diario: non sono veri.

La discrezione è una caratteristica innata del fiduciario. È anche un elemento fondamentale e imprescindibile del suo lavoro.

Sarò quindi discreto con nomi e cognomi.

Tutto il resto, ve lo dirò.

Sono nato nel 1959 e, come tutte le persone della mia età, ho incontrato e visto di tutto nei miei anni di lavoro. Chi di voi ha la mia età sa di cosa sto parlando. Chi la deve ancora raggiungere – beati voi – lo saprà a tempo debito.

Ho cominciato a lavorare per la XYZ nel 1982 quando avevo 23 anni.

Un periodo magico: per me, che ero molto giovane e bello, e per le fiduciarie.

Posso dire senza ombra di dubbio che gli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso sono stati il periodo d’oro per le fiduciarie a Lugano. Le leggi erano molto meno e l’accanimento contro gli evasori non era nemmeno lontanamente comparabile a quello dei giorni nostri. Insieme ad un quadro normativo piu’ favorevole (per la sua totale assenza), l’economia si muoveva e la perdita costante di valore della lira rispetto alle altre valute rendeva portare i soldi nei forzieri svizzeri doppiamente conveniente. Non si pagavano le tasse e si guadagnava sul tasso di cambio.

Il flusso di denaro dall’area milanese (una pubblicità di grande successo del periodo parlava di “Milano da bere”) era prodigioso, i controlli praticamente inesistenti.

I clienti erano in continuo aumento.

Il decennio degli anni Settanta aveva visto un aumento colossale nel numero delle piccole imprese in Lombardia e nel resto d’Italia. Solo le piccole imprese erano escluse dalle norme più rigide dello Statuto dei Lavoratori. Fintanto che rimanevano piccole, potevano fare quasi tutto quello che volevano. Una cosa che tutti questi piccoli imprenditori volevano certamente fare era questa: non pagare le tasse.

La situazione era questa: un sacco di cassa in giro e nessuna voglia di darla al fisco. Poteva solo succedere una cosa. Ed è successa: un fiume enorme di denaro si muove verso la Svizzera. Negli anni Ottanta il fiume diventa un oceano.

La verità é che, allora, tra l’essere un fiduciario e l’avere la propria macchina per stampare soldi non c’era molta differenza.

© I Soldi Degli Altri

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