I bei tempi andati. Parte 1.

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I tempi sono cambiati. Computer, trasferimenti elettronici e l’onnipresente Internet. È tutto registrato instantanemante, catalogato, cristallizzato in un qualche server da qualche parte sul pianeta. I tempi moderni hanno reso l’anononimato non impossibile, ma certamente più difficile da ottenere.

Tutti quei maleducati che insultano e vomitano fiumi d’odio sulla rete pensando di nascondersi dietro un acronimo più o meno azzeccato, non si rendono conto di quanto siano facile da identificare. L’indirizzo IP racconta quasi tutto.

Una volta no: si faceva tutto su carta. E ce n’era poca pure di quella.

Di quelle intere catene montuose di informazioni che sono a disposizione oggi grazie a tutti quei database interconnessi non ce n’era traccia..

Internet? L’idea di una rete di telematica, ricca di informazioni e disinformazioni, facilmente ed economicamente accessibile a chiunque nel pianeta appariva solo nei libri di fantascienza piu’ lungimiranti.

Il computer militare impazzito del film “Giochi di Guerra” che contattava un giovanotto a casa e diceva con voce metallica “Vogliamo giocare” era il massimo a cui si potesse aspirare. I computer erano una cosa rara, costosa, spesso ingombrante.

Si faceva tutto su carta. C’erano le macchine da scrivere e la carta carbone.

Era tutto molto piu’ civilizzato e discreto.

I clienti della XYZ erano quasi tutti di Milano, Bergamo, Varese e Como. Gente del vicinato, insomma, a cui piaceva parlare in dialetto.

Erano quasi tutti piccoli e medi imprenditori, commercianti o l’inevitabile dentista (quelli a cui quando chiedevi la fattura veniva un ascesso).

C’era anche qualche amministratore, ma poca roba.

Un po’ come mezza Lugano, alla XYZ vivevamo sull’evasione fiscale lombarda.

Non che sia cambiato molto nel Ventunesimo secolo. Allora, come oggi, l’intera economia ticinese dipendeva fortemente da quello che succedeva appena oltre frontiera.

Che ci piaccia o no, da Piacenza a Bellinzona, da Novara a Brescia siamo tutti, senza eccezioni, provincia di Milano.

I capitali cosiddetti “in fuga” raggiungevano il loro traguardo qua sulle coste del Ceresio. Spesso e volentieri arrivavano nella loro forma fisica: cassa.

Niente trasferimenti da conto a conto. Non scherziamo. Un paio di viaggi con una valigetta e via.

Erano bei tempi. Ed io ero molto più giovane.

© I Soldi Degli Altri

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