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Per scegliere dove investire i propri soldi, alcuni si affidano non solo ai numeri, ma anche alle parole.
Accanto alle tabelle che riportano risultati ottenuti e capitali gestiti – le uniche cose che dovreste guardare – il gestore del fondo d’investimento affianca sempre una descrizione più o meno lunga di quelle che sono le politiche d’investimento del portafoglio.
Si tratta di capolavori di sintesi e di acume finanziario.
Esistono capolavori del genere: “Il fondo ABC è un fondo dinamico incorporato in Lussemburgo che investe dinamicamente in mercati di frontiera”.
Eh?
Oppure: “SuperMegaFondo é un fondo investimenti registrato in Lussemburgo. L’obiettivo del fondo é la crescita del capitale e del reddito.”
E vai! Come se uno si aspettasse che il suo obiettivo fosse la perdita di denaro.
Ambrosetti aveva delle opinioni molto chiare a riguardo, Quando parlava, se ne parlava, di queste veloci descrizioni preferiva rifugiarsi nel linguaggio tecnico: “Masturbazioni mentali.”
“E’ roba che non guardo nemmeno. Specchietti per le allodole. O per chi si vuole riempire la bocca con sciozzecche finto tecniche. Queste sono spesso cose scritte dal gestore per soddisfare il suo enorme ego o per ingannare l’investitore o per ottenere entrambe le cose.”
“Molti fondi pubblicano la lista dei 5 titoli con maggior peso. Dei primi 5 titoli del portafoglio non potrebbe fregarmene di meno. Magari il portafoglio ha cinquecento posizioni. Cosa vuoi che mi importi delle primi cinque.”
Una cosa che va per la maggiore, nei bollettini mensili prodotti dai gestori di fondi, è la pagina del commento.
Il gestore spiega all’investitore che cosa è successo al fondo.
L’utilità del commento è spesso nulla. Mi rendo conto che un gestore debba dare sfogo al suo ego e quindi ha un bisogno fisico di dire qualcosa. Sono disposto a tollerare lo spreco di inchiostro, ma non sono disposto a leggere quella roba.
Ambrosetti, ogni tanto, li leggeva e si incazzava: “Le spiegazioni sul perchè e percome il portafoglio è andato in una direzione piuttosto che nell’altra, sono sempre cose scritte con il senno di poi. Se la carta da stampante non fosse cosi’ dura, mi farei una copia di tutto quel blaterare da usare come carta igienica. Tre soli criteri: almeno 5 anni di vita, cosa ha combinato in quei cinque anni e quanti soldi gestisce.”
“Questo – specificava – per quel che riguarda i miei soldi personali”.
Quando aveva che fare con la sua clientela, l’approccio era leggertemente diverso.
Ne cominciamo a parlare la prossima volta.
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