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Immagino sia passato per la testa di tutti prima o poi: voglio mettermi in proprio.
Uno ha un’idea brillante o è stufo di avere un capo sulla testa.
Ci pensiamo in tanti. A volte per anni.
Bisogna soppesare i rischi. Si devono valutare i possibili benefici.
Di sicuro si deve avere una buona idea sul come funziona il mercato dove ci si vuole farsi un nome. Se il mercato non esiste ancora, ci si deve chiedere se il nostro progetto funzionerà.
Iniziare da soli? O con qualche impiegato?
Dove lo metto l’ufficio? Certamente in centro è più prestigioso, ma è anche molto più costoso.
Ufficio grande o ufficio piccolo?
Come lo arredo?
Che tipo di clienti avrò? E dove li trovo?
Come li mantengo fedeli alla mia impresa?
Sono domande che tutti i potenziali imprenditori si fanno.
Chi mette in piedi un’azienda, però, un po’ per natura un po’ per spavalderia, è un ottimista.
Vede di fronte a sé una soluzione a tutti i problemi.
Nel suo cuore sa che strada dovrà percorrere per rispondere a tutte quelle domande: ha un piano.
Un po’ come in guerra, molti piani falliscono di fronte alla dura realtà di un combattimento.
Perdere una battaglia non significa perdere la guerra. Dai propri errori si impara. Se non è disastrosa, anche le sconfitte sono utili. I piani si possono adattare e migliorare.
Se l’idea alla base è buona, se c’é qualcosa che si puo’ effettivamente vendere, alla fine qualcosa ne verrà fuori.
Il lavoro puo’ essere duro e pieno di ostacoli, ma è la proprio idea a cui si sta lavorando.
Si è il capo di se stessi.
Solo questo fatto, quello di non dover rispondere ad un capo, può essere una sensazione esilarante. Si passano molte molte ore al giorno a lavorare alla realizzazione del proprio sogno e non ci si annoia mai. Non c’è ombra di routine.
Per quella che é stata la mia esperienza personale, posso dire che le molte ore di lavoro non pesano piu’ di tanto.
Mettere in piedi un’impresa é qualcosa di eccitante.
Un po’ come essere un adolescente che corteggia la ragazza che gli piace da morire. Il cuore batte, l’adrenalina gira, le energie sembrano infinite.
Non si pensa nemmeno un po’ a quando tutto questo diventerà il solito tran tran che, sì, adesso funziona e porta a casa un buon profitto, ma non ti dà più quella sensazione dei primi passi. Non si ha ancora idea che si giungerà ad un certo momento dove stare a casa a vedere crescere i figli prima che sia troppo tardi, diventa più importante che passare qualche extra ora in ufficio. Quel momento è ancora lontano.
Messa in piedi l’azienda, si lavora sulla clientela. C’è chi parte estremamente fiducioso: “se metti in piedi la cosa, i clienti arriveranno”.
A volte funziona.
A volte no.
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