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Come investire i soldi degli altri?
Un discorso onesto deve partire dall’ammontare di rischio che un cliente è disposto ad affrontare.
Il miglior modo di contenere il rischio passa attraverso la diversificazione: mai mettere tutte le uova nello stesso paniere.
Oltre alla diversificazione, si devono considerare le situazioni contingenti. Investire nell’Italia di Salvini e Dimaio, probabilmente non è una buona idea. Meglio aspettare che rovinino l’economia e comprare a prezzi più bassi.
Queste e tante altre sono tutte considerazioni valide che chiunque sta considerando un investimento dovrebbe tenere presente.
Tenere conto di tutto è impossibile, anche per i più esperti. Un imprevisto può scombussolare i piani pensati dagli esperti. Per uno che esperto non è, poi, c’è sempre il rischio di perdersi in un labirinto di domande senza una facile risposta.
Bisogna saper riconoscere i propri limiti. Se non si capisce in cosa si sta investendo, è meglio non metterci i propri soldi.
Bisogna essere onesti con se stessi. Si deve avere molto chiaro in testa quelli che sono gli obiettivi.
La domanda fondamentale per un fiduciario è: cosa si vuole ottenere investendo i soldi degli altri?
Personalmente, preferisco tenere le cose semplici.
Negli anni, un po’ come per tutti i miei colleghi, il mio metodo per investire i soldi degli altri (i vostri soldi) si è concretizzato intorno a quattro semplice domande.
A queste domande io devo essere in grado di rispondere in modo chiaro. Non ci devono essere dubbi.
Ogni volta che mi trovo di fronte ad una possibile decisione di investimento mi impongo di rispondere alle miee quattro domande.
Senza eccezioni.
Bisogna essere molto disciplinati quando si investono i soldi degli altri.
Le quattro domande sono:
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Io quanto ci guadagno?
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Io quanto ci guadagno?
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Io quanto ci guadagno?
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Il cliente quanto ci guadagna?
Uno potrebbe aggiungere una postilla a queste quattro condizioni: siamo sicuri che, se guardiamo un po’ più a fondo la Spizzi non riesca a guadagnarci ancora un po’.
La Spizzi alloca i soldi dei propri clienti quasi esclusivamente in fondi d’investimento con lo scopo di massimizzare il proprio guadagno. Quello del cliente è secondario. Un minimo bisognerà darglielo.
L’arte del fiduciario sta nel capire dove si trova quel minino. Se il cliente non guadagna abbastanza, potrebbe anche andarsene. Se guadagna oltre quel minino, il profitto della fiduciaria potrebbe risentirne.
Il guadagno del cliente deve essere vincolato dal guadagna della Spizzi. Il cliente non può fare soldi (con i suoi soldi) a spese mie.
Ci mancherebbe.
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