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La prima fase delle negoziazioni tra me ed il gestore pottrebbe essere riassunta in una sola parola: inutile.
Stiamo parlando della descrizione della politica di investimento del fondo. Con frasi metà in italiano e metà in inglese (di qualità che va dal buono al maccheronico) mi verranno raccontate storie fantastiche di come tutti faranno una montagna di soldi.
È davvero una perdita di tempo. Potrei leggere il prospetto ed avere le stesse informazioni.
A questo bisogna aggiungere che il gestore ed io ci conosciamo probabilmente da parecchi anni. So come opera o come non opera.
Non importa. Bisogna concedere lo spazio necessario alla vanità di chi ci sta di fronte. Ahimé, la vanità di un gestore richede davvero tanto spazio.
Potete pensare alla presentazione di un fondo come ai primi cinque minuti di dialogo in un film porno. Non serve a molto, spesso è imbarazzante, ma è ritenuto necessario farlo prima di andare al nocciolo della questione.
L’incontro tra me e loro, di solito, si svolge negli uffici della società di gestione, spesso in una delle loro sale piu’ grandi.
Un proiettore è d’obbligo. Di questi tempi una televisione dallo schermo gigantesco collegata ad un computer è anche meglio.
Qualcuno,spesso un giovanotto, avrà preparato una qualche presentazione Power Point: grafici, tabelle con numeri ben visibili, proiezioni invariabilmente ottimiste ed una generale atmosfera di euforia.
Oltre che al sottoscritto, saranno presenti almento un altro quattro o cinque persone.
Un paio di analisti, di solito abbastanza giovani, sono d’obbligo.
Non mancherà il responsabile del fondo anche se quasi di sicuro entrerà con un paio di minuti di ritardo. Fa ovviamente tutto parte della messinscena: sono molto importante e ho milioni di cose da fare, ma mi degno di presentarmi a questo incontro.
Conosco questo gestore gran puttaniere. Letteralmente. Ogni mattina arriva nel suo ufficio, fa colazione a spese della compagnia, poi esce e va all’Oceano, uno dei tanti postriboli di Lugano. Dopo la trombata torna in ufficio per il pranzo per poi allontanarsi di nuovo. Come uomo è una merda, come gestore è un disastro. A me va benone. Da lui posso ottenere tutti i soldi che voglio, perché nessun altro sarà disposto a mettere dei soldi dietro nessuna delle sue idee bislacche. Uno così dovrebbe arrivare puntuale agli incontri, ma sarei sorpreso se lo facesse. Non credo sia mai arrivato puntuale a nessuna presentazione.
Ma sto divagando.
Altre persone che vi potete aspetttare a questi incontri sono uno o due commerciali dell’azienda. Loro preferiscono definirsi team marketing.
Rimangono dei venditori, anche se, considerata la qualità di alcuni dei fondi che devono provare a vendere, occasionalmente li si potrebbe anche definire eroi.
Quando siamo tutti seduti e ci siamo scambiati i cinque minuti di chiacchiere inutili sul tempo e sul campionato di calcio, la presentazione vera e propria può avere inizio.
Qui è quando inizia il mio calvario.
Sono andato a parecchie presentazioni: non sono né brillanti né originali. Certamente non mi aprono gli occhi sulle vie da seguire per avere successo nel mondo della finanza.
Il dover essere presenti ad una di queste riunioni, rimane ed è una questione di selezione avversa.Solo i peggiori le fanno.
Un fondo di successo, gestito da un gruppo di successo non sprecherà ilsuo tempo con un piccolo pesce come la Spizzi.
Innanzitutto,un fondo di successo, terrà il suo metodo ben segreto. Nel momentoi n cui dovesse parlarne con qualcuno, lo farà a tutt’altrolivello. È una di quelle situazioni dove ci scappa il libro o almeno un articolo per una rivista tecnica importante. L’autore vorrà essere sicuro che, nel momento in cui pubblica la sua strategia, non ci siano dubbi sul chi abbia avuto l’idea. Vorrà assicurarsi la sua eredità. Vorrà che gli altri gestori come lui vedano quanto è stato figo e brillante.
Purtroppo, in media, io non ho a che fare con questi brillanti venditori di Ferrari e Lamborghini.
I miei interlocutori sono commercianti di utilitarie di seconda mano.
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