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Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati. Stavamo confrontando la differenza tra classi di azioni che pagano un dividendo e classi di azioni che non lo pagano.
Alla fine del primo anno l’investitore che aveva comprato le classi dividendo aveva ricevuto un dividendo di 200 euro su cui, però, aveva dovuto pagare una commissione di 20 euro. Gli euro sul conto corrente, quindi, erano 180.
Come conseguenza del pagamento del dividendo, il valore delle azioni del primo investitore torna a mille euro. Le azioni normali, che non hanno pagato dividendo valgono 1200.
Secondo anno.
Nessuno disinveste.
È un altro ottimo anno. Un’altra plusvalenza del 20 per cento.
Per l’azione con dividendo è un ripetersi di quello che è successo l’anno prima. Il gestore decide di pagare tutto il profitto come dividendo. L’azione era tornata a mille ad inizio anno. Il valore cresce del 20 per cento, il dividendo è di 200 euro. Commissione di 20 euro. L’azionista riceve anche quest’anno 180 euro e il prezzo della sua azione torna a 1000. A questo punto l’investitore chiude la sua posizione ed incassa i suoi mille.
Mettiamo tutto insieme e facciamo un po’ di conti su quale sia stato il profitto del primo investitore.
Investe mille. In due anni riceve 360 euro come dividendo. Chiude la posizione quando vale 1000. Il suo profitto finale è di 360 euro. Trentasei per cento in due anni. Non male.
Che é successo all’altro risparmiatore?
Lo avevamo lasciato alla fine del primo anno quando il valore delle sue azioni era andato da 1000 a 1200 euro. Anche per lui il secondo anno porta ad un profitto del 20 per cento. Questo 20 per cento, però, va calcolato su 1200: duecentoquaranta euro. Al termine del secondo anno il suo investimento vale 1200 più 240 uguale 1440 euro. Bilancio finale un bel 440 euro di profitto o 44% di quanto si era messo nel fondo.
Stesso fondo.
Stesso profitto percentuale annuale.
Soldi distribuiti differenti.
Notate che, anche se non ci fosse stata una commissione da pagare, il risparmiatore che ha comprato le classi con dividendo avrebbe guadagnato di meno: 400 euro invece di 440 euro. Questo perchè quando si riceve il dividendo si riduce il valore delle azioni e si perde la magia che sta dietro alla formula dell’interesse composto.
Oltre alla beffa, però, c’è il danno.
Per il privilegio di ricevere meno soldi, si fa pagare al risparmiatore una commissione, in modo che riceva ancora meno soldi.
Purtroppo (per il risparmiatore) queste commissioni rendono il prodotto “classe con dividendo” irresistibili per fiduciari, gestori, banche o chiunque possa mettere le mani su almeno una parte di quei soldi.
Classi con dividendo: una delle mie preferite. Si vende bene, grazie alla magia della parola dividendo, e rende alla Spizzi.
Classi con dividendo: non uscite mai senza.
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