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Il problema degli incompetenti è chiaro a tutti: sono degli incompetenti.
Non generano ricchezza, non attraggono né clienti né simpatia.
Come fa il Perfetto Incompetente a sopravvivere nel mondo degli affati, vista la sua incapacità di generare soldi.
Non è che non ci provi. Il Perfetto Incompetente non è pigro. Almeno inizialmente. Lui ci prova. Anche con entusiasmo. Ma non ha la forza di piegare e vincere le leggi della natura: lui non è profittevole.
Perchè sopravviva qualcuno deve fare soldi per lui e deve essere disposto a farlo per parecchi anni.
Il Perfetto Incompetente non può agire da solo. Deve essere il membro di una società. Probabilmente degli amici, che conosce da anni. Si son trovati simpatici e hanno messo su una compagnia per gestire denaro altrui.
Conoscono la gente giusta!
Sono in grado di raccogliere i capitali!
E via! Pieni di entusiasmi si parte.
I primi tempi i soci pensano che la mancanza di risultati del nostro eroe siano dovuti alla sfortuna. Ha metodo. Lavora come un mulo. I risultati arriveranno.
Ci vuole un po’ di tempo, magari qualche anno, prima che i soci si accorgano che, sì, lavora come un mulo, ma ha anche il quoziente intellettivo di un mulo.
Bisognerebbe liberarsene.
Ma come si fa? Lo conosci. Conosci i figli e le amanti.
Possiede anche una quota rilevante della società.
Non hai scelta: te lo tieni.
In piu’ questo non è un semplice incompetente, è un Perfetto Incompetente. Al di là del semplice valore artistico del personaggio – un po’ come avere un Van Gogh nel proprio salotto – a differenza del caso classico, il Perfetto Incompetente non perde molti soldi. Non ne fa, ma non ne perde moltissimi.
Speri sempre che il prossimo anno sarà diverso. Ma non lo sarà.
È un Perfetto Incompetente: il suo superpotere è quello di non essere riconosciuto come tale.
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