La debolezza dell’evasore fiscale

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Ogni banca con un minimo di autorispetto imporrà delle commissioni.

Una banca elvetica degna di questo nome e orgogliosa della sua nazionalità, ne imporrà anche di più.

Le caratteristiche dei suoi clienti, svizzeri inclusi, tendono a rendere il lavoro più facile. Sono tutti evasori fiscali recidivi. Li si può sfruttare.

Tanto non vanno da nessuna parte.

L’imposizione di tariffe e commissioni senza senso ad evasori fiscale ha alla base una realtà economica. Imporre costi agli evasori è un po’ come tassare le sigarette o la benzina.

In economia, questi generi di mercati, sono classificati come “a domanda rigida”.

Ci sono settori per i quali il prezzo di qualcosa fa tutta la differenza: troppo caro e non lo comprate.

Per altri prodotti, il prezzo di mercato è meno rilevante. Pensate alle sigarette. Se siete un fumatore, sapete di avere una dipendenza. Questa dipendenza può essere tranquillamente sfruttata. Questo significa che il prezzo delle sigarette può salire e salire. Non importa la regione sottostante la crescita: tasse o la cupidigia di chi vende. Il fumatore ha un bisogno fisico difficilmente sopprimibile di nicotina: comprerà comunque le sigarette.

Stessa cosa per la benzina. Volete usare la macchina? Pagate per la benzina. Il prezzo deve salire veramente molto, prima che si possano notare dei cambiamenti significativi nei consumi.

Le banche elvetiche non sono molto diverse. Sfruttano gli evasori, il cui bisogno di nascondere quello che hanno rubato, li rende disponibili a pagare prezzi assurdi.

Per decenni le banche elevetiche hanno offerto protezione contro il fisco pur rispettando tutte le leggi della confederazione. In cambio di questa protezione chiedono commissioni che le metterebbero fuori dal mercato se dovessero essere messe di fronte ad una seria concorrenza. All’interno dei nostri confini, quella concorrenza non c’é.

Stiamo parlando di quantità considerevoli di denaro.

La Spizzi, nel suo piccolo, vuole la sua fetta.

© I Soldi Degli Altri

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