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Tutta questa storia che parla di bricioline d’oro da raccogliere, a qualcuno potrebbe ricordare Pollicino.
Rispetto alla favola di Pollicino c’è una differenza importante.
In quel bosco, a cercare le bricioline dorate, non sono il solo. C’é tutta una serie di altri esseri che vogliono riempire il loro cestello di punti base.
Ci sono le banche con le loro commissioni sui conti, sugli estratti, sul fatto che, poverini, a volte devono gestire soldi a mano.
Ci sono i gestori che, sicuramente, si prendono la fetta più grossa: commissioni di gestione, sui risultati, commissioni sulle commissioni, commissioni sul fatto che hanno tirato su il telefono e piazzato un ordine di acquisto o di vendita e chi più ne ha più ne metta.
Ci sono poi le tasse sulle commissioni che l’investitore paga indirettamente. Bisogna dire che la confederazione elevetica prende la fetta di maggior rilievo.
Quando uno é arrivato in fondo alla lista di tutti questi costi (per il cliente) le cifre raggiungono una dimensione più ragguardevole.
Un risparmiatore / evasore può ragionevolmente aspettarsi di pagare tra il due ed il tre per cento del proprio capitale in commissioni.
Ogni anno.
Uno dei tanti costi dell’evasione fiscale.
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