Per concludere

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Non so se avete letto la pagina che ho aggiunto la settimana scorsa. Se non lo avete fatto, miei rarissimi lettori, vi consiglio di farlo. Queste ultime righe sono il naturale proseguimento di quello che ho scritto l’otto settembre.

A costo di apparire cinico, vorrei raccontare una seconda parte della storia più coerente con quella che è stata la mia esperienza personale.

Anche Beppe va da Franco per depositare più di un maialino. Beppe è un bullo della scuola e porta via le mancette ai suoi compagni più deboli. Franco questo lo sa, ma non sono affari suoi. Lui riceve un soldino per ogni maialino e Beppe ne porta molti.

Pietro è uno che mangia un po’ troppo e i suoi risparmi vengono controllati attentamente. Pietro allora disobbedisce ai suoi genitori e comincia a mettere parte dei suoi soldi nell’armadio di Franco per spenderli in dolciumi. La pancia cresce e gli viene anche una carie. I suoi genitori pagano il dentista.

Magari la Spizzi è una calamita per mele marce, fatto sta che, almeno finora, di imprenditori perseguitati ne ho visti pochi nel mio ufficio. Se sono veramente imprenditori, quindi con capacità di creare ricchezza per sé e per altri, e sono davvero perseguitati, di solito preferiscono l’America.

Basta parlare di clienti. Dalla prossima volta si cambia argomento.

© I Soldi Degli Altri

Il segreto bancario e la pace nel mondo

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Un aspetto piacevole dell’essere un fiduciario nella città di Lugano è il consistente e continuo appoggio della stampa locale.

I giornalisti sono i nostri cavalieri pronti a caricare sul loro bianco destriero.

Ogni qual volta c’é un qualche attacco al segreto bancario, la stampa locale insorge.

Di solito la protesta si concentra sulle libertà costituzionali violate e sulle interferenze dello stato nella vita delle persone. .

Nonostante la strenua difesa della stampa (e dei fiduciari), il segreto bancario elvetico, almeno per i non residenti, sta cambiando.

La stampa fa del suo meglio, cercando di raccontare e spiegare perché questo è un male per la Svizzera.

La maggior parte di voi penserà: è un male perché gli evasori metteranno i soldi da qualche altra parte ed addio a commissioni e tasse sulle commissioni.

Come siete cinici.

Da noi si leggono parecchi editoriali sul perché e per come il segreto bancario andrebbe mantenuto o rinforzato.

Una delle storie più belle che ho letto è geniale. Sarebbe in grado di spiegare i trasferimenti di capitale all’estero ad un fanciullo.

La storia racconta di un bambino, Italo, che mette da parte i suoi piccoli risparmi nel suo salvadanaio a forma di maialino. La mamma cattiva, però, porta sempre via parte di quei soldini ogni volta che è a corto di spiccioli.

Il bambino ha un amico, Franco, che ha una bella stanza con un armadio con tanto spazio ed una mamma che non guarda mai nell’armadio.

Italo chiede a Franco se può tenere il suo maialino nel suo Armadio.

Per un soldino Franco glielo lascia fare.

La voce si sparge.

Maria, che sta mettendo da parte i soldi per un regalo per la sua mamma, ma non vuole che lei lo sappia, chiede anche lei un posto sullo scaffale. Paga il suo soldino e lascia lì il suo maialino.

Tutti si fidano di Franco, perchè è molto onesto e sanno che, a parte il soldino che gli spetta, non toccherà o ruberà mai i soldi che gli vengono affidati.

La storia dei fanciulli, viene arricchita anche da esempi reali. Per esempio si racconta di possibili perseguitati in paesi sotto governi autoritari che cercano un posto sicuro per i loro averi per proteggerli dalle mani rapaci di governanti corrotti e violenti.

Si racconta anche di società che hanno un motivo legittimo per nascondere la proprio identità. Immaginate una compagnia che venda servizi di traduzione e due governi in guerra tra loro.

Insomma: il segreto bancario come una via per la pace nel mondo.

Adoro i nostri giornalisti.

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Le mie (poche) linee invalicabili

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Credo di aver reso chiara la mia idea che, per qualsiasi altra impresa, bisogna saper distinguere tra cliente e cliente.

Alcuni clienti sono accettabili altri bisogna evitarli.

Colonnelli congolesi a noi ne è capitano giusto uno – la gente di quelle parti preferisce Ginevra dove si parla francese – ma di tanto in tanto il burocrate o militare di una qualche dittatura o quasi dittatura ci raggiunge al nostro indirizzo.

La provenienza del denaro di questa persone non è mai veramente chiara. Meglio: non è mai pubblicamente chiara. Privatamente sappiamo tutti da dove arrivano.

In fondo, il nostro imprenditore (ed evasore) della Brianza ottiene i suoi soldi dalla sua fabbricchetta che si è messo in piedi da solo o che i suoi genitori gli hanno passato. Roba semplice, legale e rintracciabile. Certo: evade le tasse, ma il denaro non è frutto di qualcosa di sinistro o di per sè illegale.

Sfumature di grigio, direte voi? Ladro uno, ladro l’altro. Probabile, ma preferisco almeno eliminare la possibilità di una provenienza brutale. Diciamo che la mia coscienza si ferma al sopruso fisico.

Quando si ha a che fare con pubblici ufficiali che lavorano per un qualche regime autoritario, non sai mai dove ti trovi. Molta di questa gente acquisisce la proprietà di imprese in modi più che discutibile. Quindi anche se la loro ricchezza è apparentemente legale, la loro provenienza ne indebolisce le fondamenta.

Cinicamente, il benessere di questi militari e burocrati dipende dalla solidità del regime che li sta pagando.

Certo, dovesse il regime cadere, loro possono sempre scappare e rifugiarsi qui da noi vivendo di quello che hanno depositato presso le nostre banche.

In quei casi in cui il regime viene sostituito da un governo decente, è possibile che la nuova classe dirigente vada a caccia di tutti quei soldi rubati.

Di fronte a richieste esplicite e provate di uno stato sovrano, la magistratura svizzera agirebbe. Quei soldi verrebbero sequestrati e la fiduciaria che li ha accettati finirebbe nei guai. Anche guai grossi.

Troppo rischio.

Troppa brutta pubblicità, e nemmeno i giornali ticinesi, sempre pronti a difendere il nostro settore finanziario drogato di evasione fiscale, potrebbero dire molto.

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Gli svantaggi del passaparola

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Anche se non credo che il fiume di tasse evase in Italia diventerà mai secco, l’essere riusciti ad aprire un ramo “africano” è una buona notizia. Parleremo in inglese con i clienti, invece che in dialetto, ma è qualcosa con cui possiamo vivere.

Il passaparola africano non è stato così propizio in tutte le occasioni. Tra le trenta e più nazioni che se si dividono il territorio del continente africano c’è un buon numero di paesi disgraziati gestiti da élite altrettanto disgraziate.

Uno dei due clienti kenyani ha fatto il nome della Spizzi ad un colonnello congolese.

Nel momento in cui il colonnello ha varcato la soglia dell’ufficio, mi son sentito protagonista di un film.

Il colonnello era un uomo alto, forse un metro e novanta, piuttosto robusto. Il viso cominciava ad arrotondarsi, ma aveva ancora il fisico di un soldato che ha visto delle battaglie. Diciamo che era in una fase tra addestramento duro e costante e una vita più comoda e più confortevole dove divani e tavole ben fornite cominciano a prendere il sopravvento su esercizi e disciplina.

Indossava un completo scuro ed una camicia bianca. Polsini chiaramente d’oro. Ha riso molto durante l’incontro e ha fatto ridere anche noi. Tutto sommato, un uomo piacevole.

Lo abbiamo preso come cliente?

No.

Dopo introduzione e caffè, ha sollevato la sua valigetta e l’ha aperta sulla scrivania. Da lí ha tirato fuori due sacchetti di diamanti.

Ci dice che sono la sua parte (ha usato proprio la parola parte) per il suo contributo allo sviluppo dell’industria estrattiva dei diamanti in Congo.

A quanto pare, vengono, pagati in natura.

Da quel momento in avanti, si é trattato semplicemente di trovare un modo gentile per farlo andare via. Un paio di scuse sul fatto di non avere le capacità tecniche di accettare depositi in diamante.

Gli ho però suggerito un paio di fiduciarie qui in Lugano che sarebbero stato in grado di incontrare i suoi bisogni. L’ho pure introdotto telefonicamente.

Nessuana ragione di essere scortesi.

Che ne sai? Magari un giorno passerà il nostro nome ad un normale evasore fiscale congolese.

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Il passaparola

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

La Spizzi non fa pubblicità. Immagino capiate il perché: “Spizzi Sa. Dove le vostre tasse evase saranno al sicuro dalle grinfie dell’esattore.”

Non funzionerebbe.

Messaggio allettante, ma difficile da far vedere alla televisione o su internet.

Il settore in cui opero richiede un approccio più discreto. Nella mia area, la pubblicità può essere controproducente.

Per fortuna esiste il passaparola. La maggior parte dei clienti della Spizzi sono stati trovati grazie alla raccomandazione di un altro cliente.

Una volta trovati i primi clienti – quelli che ho portato via ad Amobrosetti – il passa parola è stato più che efficace.

Grazie a questo metodo, nei nostri uffici si sono presentati tutta una serie di personaggi provenienti da diverse parti del nostro piccolo pianeta.

Dobbiamo partire dal fatto che la Spizzi offre un servizio richiesto ovunque: quello di nascondere i soldi.

È un po’ come gestire una casa funeraria: ci sarà sempre bisogno di qualcuno come noi.

Come dicono gli americani, al mondo ci sono solo due certezze: la morte e le tasse. Le case funerarie si occupano della prima. A noi rimangono le seconde.

Il passaparola, nei casi comune, ci fa conoscere i vicini dei nostro clienti. Gente che abita nella stessa zona. A volte ci imbattiamo in casi più esotici e, il passaparola, riesce a farci incontrare persone da posti molto lontani.

Per esempio, uno dei nostri clienti di Como ci ha introdotto ad una sua cugina, una dentista di Varese. Fin qui il salto è piccolo. La dentista, a sua volta, ha parlato di noi alla sua zia che era sì di Varese, ma che che si era trasferita in Kenya quando aveva 25 anni. Doveva rimanere in Africa per pochi mesi, mi ha poi raccontato, ma ha finito per mettere in piedi un’attività alberghiera ed ora vive in Kenya da piu’ di 30 anni. Le tasse che evade le gira a noi. A sua volta la zia varesina in Kenya ha continuato il gioco del passaparola e ci ha fatto conoscere i nostri primi due clienti genuinamente da quel continente.

Si tratta di due imprenditori, uno che opera nella vendita della frutta sul mercato internazionale ed il secondo che organizza vacanze in Kenya per turisti stranieri. Il primo dei due ha un’impresa notevole, un po’ fuori dai nostri standard. Si parla di quasi mille dipendenti ed un’attività che esporta frutta fresca via aerea in diversi paesi europei e del medio oriente. Un sacco di tasse non pagate.

È un cliente che ci piace in particolar modo: l’attività è legittima ed in continua crescita, quindi i soldi continueranno ad arrivare. In più, tra Kenya e Svizzera non ci sono discussioni sul segreto bancario, quindi i loro soldi qua da noi sono particolarmente al sicuro.

Dovesse il canale italiano cominciare ad inaridirsi, è un fatto che fa ben sperare per il futuro.

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Solo evasori di classe alla Spizzi

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Un evasore italiano è, già di suo, mimetizzato nel suo ambiente naturale. È solo un evasore nascosto tra milioni di evasori. La probabilità che venga identificato é bassina.

Alla Spizzi, però, siamo gente prudente e preferiamo aggiungere il nostro tocco personale.

Giusto per essere sicuri, il conto dei miei clienti non viene mai aperto a loro nome. La procedura standard è quella di aprire una società anonima nelle Bahamas dove far confluire i soldi. La società apre un trust in una delle isole del canale della Manica. A sua volta, il trust investe in una società anomima in Delaware gestito da un avvocato americano vincolato dal mantenimento del segreto del rapporto tra cliente e avvocato. L’avvocato a stelle e strisce si occupa dell’apertura del conto in Svizzera.

Non fatevi illusioni. Con tempo e risorse anche questo meccanismo convulso è smontabile. È complicato, non invincibile.

Per tornare alla savana, il leone andrà dietro allo gnu debole, malato, isolato, ferito. I miei clienti hanno messo in piedi una struttura che li fa apparire come gnu giovani e forti nascosti al centro di un gruppo di milioni di animali.

E quando li beccano?

Poi ci sono le apparenze, che in questo caso contano molto.

Il tipico cliente della Spizzi è un imprenditore lombardo alla guida di un’azienda dove lavorano tra i 30 ed i 100 dipendenti. Non li andiamo a cercare lontano. Abbiamo qualche piemontese che vive lungo il lago Maggiore, ma la maggior parte sono residenti nella Brianza, a Como e Varese e, naturalmente, Milano.

Il nostro cliente non è uno sprovveduto. Non è uno che dichiara meno dei suoi dipendenti, ma certamente non è nemmeno uno che dichiara tutto. Una cosa che, discretamente, controlliamo è che il suo tenore di vita sia più o meno spiegabile con il reddito dichiarato allo stato.

Due Ferrari, viaggi ai tropici ogni tre mesi, figlio in qualche università americana estremamente cara e quattromila euro di reddito dichiarati? Non puoi essere un nostro cliente.

Troppo visibile.

Troppo facile da identificare.

Niente comportamente eccessivi alla Spizzi. O atteggiamenti troppo pacchiani. Gente tranquilla, con i piedi per terra.

Solo evasori di tasse di classe alla Spizzi.

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Il mestiere sicuro dell’evasore fiscale

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Cento miliardi di euro evasi in Italia ogni anno.

Cento miliardi non vengono evasi da tre o quattro malfattori. Nemmeno da tre o quattromila malfattori. Parliamo di milioni di persone.

L’esattore delle tasse può avere accesso ai migliori database ed ai migliori programmi per leggere queste montagne di dati. Il segreto bancario in Svizzera può anche morire. La Guardia di Finanza o i giudici tributari possono essere tutti al 100 per cento onesti e dediti 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno alla caccia degli evasori.

Non importa.

Non Im-por-ta.

Non ci saranno mai le risorse per andare dietro a milioni di persone.

La disonestà diffusa è una disonestà sicura.

È un po’ come gnu e zebre nelle grandi savane africane. Un singolo animale non ha speranza contro leoni, iene, cani selvaggi, ghepardi e tutti gli altri cacciatori che navigano quelle praterie. Un animale nascosto tra migliaia di altri animali migliora seriamente le possibilità di farcela.

A differenza dell’opinione di alcuni dei miei clienti più arroganti, io non metto mai in dubbio la capacità e la volontà della magistratura italiana di catturare chi evade le tasse. Se un magistrato vuole sapere tutto (ed intendo tutto) sul vostro conto nascosto in Svizzera, Singapore, le Bahamas e persino Panama, con tempo e risorse lo saprà.

Il problema sta tutto lì: tempo e risorse.

Non ce n’é abbastanza né dell’uno né dell’altro. Non credo ce ne sarà mai abbastanza per milioni di evasori.

In più, anche per quella minoranza che viene trovata, i processi sono lunghissimi, spesso inconcludenti. A volte mi chiedo cosa accadrebbe se i processi per evasione fiscale in Italia, invece che essere sentiti di fronte a dei giudici fossero illustrati ad una giuria composta da 12 lavoratori dipendenti.

Probabilmente non ci sarebbero nemmeno i processi.

L’evasore pagherebbe tasse ed interessi sulle tasse pur di non affrontare la furia dei giurati.

I tempi della giustizia sono così lunghi, che l’evasore può sempre contare sull’inevitabile condono fiscale che uno Stato sommerso di debiti usa come espediente per ragranellare qualche soldino. Oggi la chiamano pace fiscale, ma sempre condono è.

Potrei chiudere l’argomentazione qua. Accontentarmi della vittoria che la solidità del mio ragionamento mi garantisce. Il fatto è che a me non piace solamente vincere quando so che posso stravincere.

L’attenzione di tutti non è dove dovrebbe essere (sugli evasori), ma sui politici. Sono i politici ad essere dei ladri. Gli evasori vengono menzionati ogni tanto. Qualche parola di critica qua e là, ma non troppe, che poi si offendono.

I miei clienti sono al sicuro. Non al 100 per cento. Nessuno lo è mai. Ma le probabilità di cavarsela sono dalla loro parte.

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Il miglior cliente

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Che barba, direte. Nei tuoi ultimi articoli hai scritto che non vuoi i soldi di gente famosa, di amministratori corrotti, che al Medio Oriente non guardi…

Dove trovi i soldi allora?

Vi voglio aiutare con un suggerimento.

Durante il corso dell’anno, ci sono alcune notizie che ci aspettiamo di vedere in televisione o di leggere nei giornali. Un po’ come le rondini annunciano l’arrivo della primavera, in certi momenti dell’anno telegiornali e giornali presentano certi tipi di notizia.

Il servizio sulla vendita delle statuine del presepe a Napoli prima di Natale. Quello con le donne con le tette al vento sulle spiagge ad agosto.

L’omicidio estivo. Un grande classico. Con la politica in vacanza, il titolone di prima pagina deve essere pur pubblicato. Omicidi ce ne sono tutto l’anno, ma quello estivo ha più probabilità di raggiungere l’opinione pubblica. Per mancanza d’altro.

Un’altra notizia ricorrente è quella che riporta le statistiche sulle dichiarazioni fiscali degli italiani.

Come il colore nero, è una di quelle notizie che non va mai fuori moda.

I notai sono quelli che guadagnano di più.

I gioiellieri dichiarano meno di un metalmeccanico.

I dentisti sono indigenti.

Uno spaventoso numero di imprenditori guadagna meno dei loro dipendenti. Esistono proprietari di decine di immobili in centro a Roma che, chiaramente, vivono nella miseria più nera.

La notizia (che non è una notizia, ma una ricorrenza stagionale) viene seguita da dichiarazioni scandalizzate dalle varie associazioni, gruppi di pressione e gente semplicemente incazzata.

L’anno dopo si ripete uguale.

Da decenni.

Immagino che cominciate a farvi un’idea del dove voglia arrivare.

Giusto per essere sicuri, guardiamo qualche numero.

Quella italiana è un’economia produttiva. Nonostante i suoi problemi è una delle piu’ produttive e ricche al mondo. Il suo PIL (prodotto interno lordo) è di circa 2 mila milardi di euro. Questo vuol dire che ogni anno l’economia italiana produce, vende cose e scambia servizi per duemila miliardi di euro.

La storia non finisce qua.

Nel Bel Paese esiste un’economia sommersa e mai dichiarata che, dicono le stime pubblicate da diverse università e centri studi, aggiunge almeno (almeno!) un altro 20 per cento a quei due mila miliardi. Non sono cifre minuscole: stiamo parlando di altri 400 miliardi di euro. Per intenderci il prodotto interno lordo elvetico é di circa 550 miliardi di euro. L’economia “in nero” italiana è quasi uguale all’intera economia svizzera.

In quante tasse si traducono 400 miliardi?

Diciamo che, tra deduzioni, rimborsi, inghippi vari ed elusione fiscale – che è legale – allo Stato italiano spetterebbe un quarto della torta: cento miliardi.

Cento miliardi di euro evasi.

Ogni anno.

Eccoli lì i miei granelli di sabbia nel deserto, i miei clienti.

Cento miliardi di cocuzze non vengono evasi da tre o quattro malfattori. Nemmeno da tre o quattromila malfattori. Significa che chiunque possa evadere lo fa. Parliamo di milioni di persone.

Il miglior cliente è il tipico evasore fiscale.

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Dove cercare i Soldi Degli Altri?

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Dove trovare i soldi per alimentare l’attività della mia fiduciario? Nel Medio Oriente?

Ok: qui parliamo di quantità enormi di denaro.

Roba da sistemarsi una volta per tutte.

Vantaggio ulteriore: una buona parte di questi capitali medio orientali passano prima da Dubai. Anonimato garantito. Roba da sciuri..

Eppure..

Chiamatemi sentimentale, ma ne faccio una questione di coscienza. Troppe volte viene fuori che soldi che sono andati a finanziare un qualche gruppo terroristico o una delle molte guerre tra quei paesi disgraziati, sono passati dalle banche di Dubai. Preferisco non averci a che fare e, vi assicuro, non è una scelta da poco. Non stiamo parlando di briciole.

Altra possibile fonte: gli amministratori pubblici e, naturalmente, i famigerati politici.

C’é chi prende i loro soldi. È ovvio.

È palese.

Ogni volta che ne viene arrestato uno, salta sempre fuori il conto a Lugano.

Titoloni di giornali in Italia e titolini in Ticino a difendere il segreto bancario.

Un sacco di rumore.

Il rumore, la pubblicità indesiderata… non fa per me: preferisco starne lontano.

Perchè? Per due validi motivi.

L’amministratore corrotto è, spesso, una persona viziata da arroganza. Si crede chiaramente al di sopra del sistema e si ritiene più furbo e capace dei magistrati. Non lo è. I resoconti sui giornali li abbiamo letti tutti.

Al di là delle cifre coinvolte, spesso poche migliaia di euro, il lettore non puo’ fare a meno di notare la superbia e presunzione di queste persone. Questa sfrontatezza li conduce a commettere errori e a farsi beccare.

C’è un altro fattore che li rende facilmente identificabili. Dei migliaia e migliaia di amministratori pubblici – eletti o meno – solo una piccola minoranza accetta o pretende bustarelle.

L’opinione pubblica è convinta del contrario, ovviamente: tutti i politici sono corrotti e bastardi. Ci sono interi partiti politici che raccolgono i loro voti su questa premessa.

I numeri raccontano una storia diversa: pochi prendono soldi. Sono l’eccezione. Per questo sono così facili da individuare. E quando vengono presi, più spesso che mai, il nome del loro fiduciario svizzero finisce sui giornali.

Pessima pubblicità.

Il secondo fattore che mi fa stare lontano dagli amministratori è che, in verità, non stiamo parlando di grandi cifre. Siamo nell’ordine delle decine di migliaia di euro. Puo’ sembrare tanto, ma non lo è. Non per una fiduciaria. Quel genere di cifre non giustificano uno sforzo da parte delle Spizzi. Non giustifican nemmeno uno sguardo. O una scoreggia.

I soldi, quelli veri, quelli importanti, non sono nella corruzione.

Dove trovarli allora?

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Celebrità? No, grazie.

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Nella ricerca dei clienti, alcune categorie si autoeliminano.

Prima categoria da evitare come la peste: le celebrità. Cantanti, attori, atleti famosi, giocatori di calcio, annunciatori di telegiornali.

Un volto noto è una fregatura colossale.

Ti conoscono tutti.

Ti guardano tutti.

Se sei una celebrità rendi il lavoro dell’uomo delle tasse molto più facile.

È tutto lì.

Alla luce del sole.

Sei fotografato da eserciti di paparazzi e commentato da migliaia su internet. Tutti sanno cosa indossi, che macchina guidi e chi ti trombi. La tua vita é un libro aperto: sei una celebrità. Verificare che la tua dichiarazione del reddito sia coerente con il tuo stile di vita è banale.

Per gli uomini e le donne di spettacolo, anche il trucco di organizzare un qualche concerto o spettacolo a Lugano non funziona molto bene. È come suonare l’allarme in tutti gli uffici degli uomini delle tasse. Non è che mentre è li a strimpellare i suoi strumenti o a fare battute sagaci sulla corruzione dei politici, l’uomo/donna di spettacolo dà un’occhiata al suo conto presso la sua banca elvetica preferita? Sono domande legittime per uno che deve controllare se paghi le tue tasse.

Niente celebrità.

Secondo gruppo da evitare.

Il mondo è infestato da dittature più o meno brutali. Al di là dei presidenti a vita e comandanti per l’eternità, ci sono una montagna di generali, colonnelli, burocrati e dirigenti pubblici di queste regioni che passano il loro temo ad appropriarsi senza troppo pudore del denaro altrui. Avolte lo fanno con stratagemmi, a volte con violenza.

Il problema con le dittature è che sono tutte destinate a cadere. A volte cadono per la morte del dittatore come quella franchista in Spagna, a volte cadono in modo più brusco. Chiedete a Gheddafi.

Di tanto in tanto, non è una regola, la dittatura viene sostituita da un qualche struttura semidemocratica. Il caso più frequente, come in Venezuela, il dittatore decaduto / morto / ucciso venga sostituito da un altro dittatore. Qualunque sia la situazione, il nuovo governo andrà a caccia di almeno parte dei soldi che il dittatore decaduto e suoi scagnozzi si erano portati via. Mai notato come decine e decine di conti correnti in Svizzera vengono bloccati ogni volta che cade un dittatore?

Niente dittature.

Trovare clienti non è facile come pensavate, vero?

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