Vade retro, fondi passivi

Dovesse piacerti questo pezzo, per favore spargi la voce.

Un fatto straordinariamente poco conosciuto – visto l’incredibile ammontare di soldi coinvolti – è che, oramai, la maggior parte delle transazioni sui mercati finanziari non sono contrattate da persone, ma da calcolatori.

La fetta più grande degli scambi sul mercato è in mano a sistemi automatizzati che seguono fedelmente le regole imposte da un programma.

Un preponderante sottoinsieme di questo universo è rappresentato dai fondi passivi. Da soli rappresentano più della metà dei volumi scambiati nelle borse di tutto il mondo.

Che cosa sono? Perchè passivi?

Si tratta di fondi che non vi vendono strategie mirabolanti o promesse di rendimenti sempre gagliardi. I fondi passivi si limitano a seguire un certo punto di riferimento: un indice. Diciamo che volete investire sull’intera borsa di Milano e non su qualche titolo specifico. Troverete sicuramente un fondo che costruirà un portafoglio di titoli tale da riprodurre esattamente e continuamente l’andamento dell’indice della borsa di Milano.

Le commissioni dei fondi passivi tendono ad essere VERAMENTE basse.

Investire in un fondo passivo è, senza dubbio, il modo migliore di investire i vostri soldi. Le commissioni basse e non dovete dipendere dalle personalità spesso bizzarre, occasionalmente da vero megalomane, dei gestori.

Come potete immaginare, la Spizzi ed i fondi passivi non vanno molto d’accordo.

Nulla di personale, ma il problema con computers e fondi passivi e robe simili è che non è possibile negoziare propriamente quando si tratta di distribuire delle commissioni.

Quindi, per quel che vi riguarda, tutti i vostri soldi – al netto delle mie commissioni – sono affidati a delle persone.

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L’unica variabile che conta

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Il compenso di un fiduciario non dipende molto dal tipo di portafoglio. Non ha veramente importanza se vado a mettere i vostri soldi su un obbligazionario, su un azionario o su un misto. Forse importa a voi, ma non a me.

Poichè l’opinione del cliente non ha peso, l’unico fattore che pesa nella scelta di dove io metterò i vostri soldi, è la mia opinione.

I vostri soldi sono lì per fruttare a me: fatevene una ragione.

Se il mio compenso non dipende dal tipo di portafoglio, da cosa dipende.

Lo avete intuito: dipende solo da chi mi sta di fronte.

Bisogna anche avere l’approccio strategico corretto.

Il leccaculismo è e rimane un’ottima tecnica.

Il gestore medio è afflitto da un ego enorme e il tempo speso a massaggiare la vanità della vostra controparte, non è mai tempo perso.

Il gestore gode nell’essere massaggiato. Un po’ come ad un cane piacciono i grattini sulla pancia.

Frasi del tipo: “Capisco. Questa dietro al fondo è un’idea valida ed originale e mi piacerebbe farne parte. So che tu faresti un buon lavoro…” vanno ripetute spesso.

Insaporire con un tocco anglosassone non guasta: “a very good job indeed”.

Se ne hanno mai avuti – un evento più raro di quello che uno immagini – gli ricordi i loro successi, altrimenti te ne esci con qualcosa di ottimista.

Quando loro sorridono e pensano di averti nel sacco, aggrotti la fronte e gli elenchi tutti i tuoi “se”, “ma” e “vorrei tanto… purtroppo…”

Gli ricordi che i tempi sono duri – i tempi sono SEMPRE duri – che i tuoi clienti hanno un certo profilo di rischio (tutti contratti I) che potrebbe non coincidere con quello del nuovo fondo…

Bla bla bla…

Loro ribatteranno con un “Ma dai…”, “l’idea dietro al fondo non può fallire”, ed “è tanto che ci conosciamo”.

Quando usano questa frase, mi chiedo sempre se si rendono conto che il “è tanto che ci conosciamo” spesso non va a loro vantaggio.

In queste situazioni mi viene sempre in mente una scena di “La minaccia fantasma”, il film di Guerre Stellari dove si racconta l’infanzia di Anakin Skywalker. Il film che tutti i fan della serie hanno odiato.

Anakin lavorava per questo venditore di parti di astronavi. Il maestro Jedi Qui-Gon Jinn cerca di comprare dei pezzi di cui ha bisogno per far ripartire la sua nave usando i suoi poteri jedi. Il vecchio venditore, Watto, pero’, è immune ai poteri e dice: “Quei trucchi non funzioneranno con me: solo soldi”.

Frase che starebbe bene sulle labbra di un qualunque fiduciario.

Lo stesso vale anche per i gestori. Si lotta cordialmente e a lungo su ogni 0,01 per cento.

Quanto tutto è stato detto e ridetto, alla fine l’unica vera variabile che conta è quanto siano bravi i gestori.

Meno lo sono, più devono pagare.

Il fiduciario a cui voi affidate i vostri risparmi e le vostre sudate tasse evase ha un forte interesse a rivolgersi a gestori la cui qualità va dal mediocre in giù.

È un punto che ogni risparmiatore / evasore dovrebbe mai scordare.

Per fortuna, se lo scordano praticamente tutti.

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Non c’è legge che tenga

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Il contratto che vi ho mostrato l’altra volta serve solo a giustificare qualcosa che è gia’ successo.

La Spizzi ha già versato dei capitali in un fondo di investimento e la Spizzi ha già maturato delle commissioni che, secondo la legge, non gli spetterebbero.

Il fatto è che la Spizzi non avrebbe MAI investito quei soldi se non fosse stata sicura di poter ricevere più soldi di quanto gli spetterebbe legalmente.

Questo non vuol dire che la Spizzi stia facendo qualcosa di illegale. Nessuno impedisce di firmare un contratto dove, in cambio di fare niente, di stare fermi e tranquilli, si viene pagati.

Il contratto, ovviamente, è una commissione. La legge, però, non vuole che la si chiami una commissione.

D’accordo: la chiamiamo consulenza.

Sempre di commissioni si tratta, ma se il legislatore è contento… Certe leggi servono solo a nascondere la verità, senza impedire che questa venga a galla in qualche altra forma.

La verità è che l’unica cosa che conta per una fiduciaria sono quante commissioni incassa.

In un mondo trasparente questa dovrebbe essere la catena degli eventi

Capitale Investito -> Genera commissioni per chi ha messo i soldi.

Capitale Investito -> Genera commissioni per chi gestisce i soldi.

Come vengono distribuiti questi soldi? Una decisione che andrebbe lasciata a chi fa muovere il denaro.

Invece no.

Protezione del consumatore.

Tutela del risparmio.

Balle.

I soldi verranno comunque distribuiti secondo i desideri di chi manipola il denaro.

Il legislatore, per esempio, non ama questo passaggio

Capitale Investito -> Commissioni sui risultati -> Una parte va a chi ha messo i soldi.

Al legislatore puo’ non andare bene. Non c’è problema. Si complicano le cose per arrivare esattamente allo stesso risultato.

Capitale investito -> Commissione sui risultati incassate dal Gestore ->

Gestore -> Contratto di consulenza per non fare niente con l’agente -> soldi delle commissioni sui risultati vanno comunque all’agente.

Quando si tratta di muovere soldi in giro, non c’è legge che tenga.

La conclusione è che, al di là del metodo adottato, si tratta sempre di accordarsi su quale percentuale dei vostri soldi torneranno alla Spzzi come profitto.

Per il semplice fatto di metterli in qualche portafoglio mi posso aspettare una rendita tra lo 0,30 e lo 0,50 per cento all’anno. In molti casi e senza troppa fatica si riesce ad aggiungere un’altro 0,30 o 0,50 per cento.

In soldi veri per ogni milione investito la compagnia riceve tra i tre ed i diecimila euro all’anno. L’andamento dei mercato possono aggiungere o togliere un qualche centinaio di euro, ma è, di solito, poca roba.

La parte che conta, l’unica parte che conta, leggi o non leggi, è la commissione.

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42.000 euro per non fare niente

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Quello che segue è un tipico contratto di “collaborazione” tra la Spizzi ed una qualche società di gestione del risparmio.

Questi contratti vengono firmati a cose fatte: la Spizzi ha già trasferito i capitali alla società ed un accordo è già stato firmato sulle commissioni da procacciatore. La Spizzi, come tante fiduciarie, non si accontenta delle sole commissioni da procacciatore. Soprattutto quando il gestore è incapace.

La Spizzi vuole una stecca: dei soldi in più.

La legge dice: non è possibile.

Le fiduciarie rispondono: certamente.

Poi si incontrano con il gestore e firmano un contratto del genere. Cosa chiede il contratto? Nulla. Il contratto non chiede niente. La Spizzi promette, che, dovesse averne voglia ed occasione, se proprio gli gira farà promozione. Ma non deve sentirsi obbligata: cioé faccia pure lei. Se la Spizzi non fa niente, va bene lo stesso.

Questo contratto sancisce il pagamento di migliaia di euro per non fare assolutamente niente.

È tutto perfettamente legale.

PREMESSO CHE

  1. La societa’ esercita tra le altre attività di consulenza in materia di strumenti finanziari anche con clientela istituzionale;
  2. nell’ambito di un progettato ampliamento della propria clientela mediante il potenziamento dei rapporti commerciali, la societa’ intende avvalersi di un soggetto che, grazie alle conoscenze professionali maturate ed ai propri contatti, sia idoneo allo svolgimento – nell’interesse della Società – di un’attività di mera segnalazione della denominazione e dei pregi della societa’ nei confronti di clientela istituzionale potenzialmente interessata ad avvalersi dei prodotti e servizi offerti dalla Società;
  3. per la realizzazione di detto progetto, la societa’ intende in particolare collaborare con un intermediario che vanti una consolidata esperienza nel settore delle relazioni commerciali;
  4. La societa’ e Spizzi SA pongono come espressa condizione della stipulazione della presente scrittura privata che il rapporto ivi disciplinato abbia natura autonoma e non preveda vincoli di risultato a carico di SPIZZI SA.

TUTTO CIO’ PREMESSO TRA LE PARTI SOPRA INDICATE SI STIPULA E SI CONVIENE QUANTO SEGUE:

Art. 1 Oggetto e modalità di esecuzione

1.1 La societa’ autorizza SPIZZI SA, che accetta, allo svolgimento delle seguenti attività:

  1. mera segnalazione – alla clientela istituzionale potenziale e, in generale, ai nominativi a conoscenza di SPIZZI SA in ragione dello svolgimento della propria attività – della denominazione della Società e degli indirizzi di quest’ultima, con facoltà di enunciare genericamente i pregi e le capacità della Società stessa;
  2. mera elencazione delle tipologie e categorie generali di prodotti e/o servizi offerti dalla Società (nel seguito, per brevità, “Prodotti e Servizi”).

1.2 Relativamente ai Prodotti e Servizi, SPIZZI SA:

  1. non potrà svolgere, a favore o nell’interesse della Società, alcuna attività promozionale (quale, a mero titolo esemplificativo, l’illustrazione dei contenuti e delle caratteristiche specifiche dei Prodotti e Servizi) e/o altra attività prodromica o preliminare alle trattative contrattuali, né prestare alcun tipo di assistenza e/o consulenza finalizzate alla conclusione di tali contratti, ovvero collaborare alla gestione e/o all’esecuzione dei contratti stipulati;
  2. non potrà mettere a disposizione della potenziale clientela la modulistica della Società,
  3. non potrà raccogliere proposte contrattuali indirizzate alla Società;
  4. non avrà né poteri di rappresentanza né poteri negoziali di sorta e, pertanto, anche in virtù di quanto previsto al precedente articolo 1.1, non potrà sollecitare e/o promuovere in alcun modo la conclusione ovvero concludere contratti con la clientela, né assumere obbligazioni o promettere alcunché in nome e per conto della Società.

1.3 La Società non ha alcun obbligo né di perfezionare contratti relativi ai Prodotti e/o Servizi né di eseguire operazioni con la clientela segnalata da SPIZZI SA, e non è tenuta a motivare in alcun modo il proprio rifiuto in tal senso.

Art. 2 Natura giuridica della prestazione

2.1 Le Parti si danno reciprocamente atto che l’attività di segnalazione di cui alla presente scrittura privata avrà carattere di occasionalità e non prevederà a carico di SPIZZI SA alcun vincolo di risultato.

2.2 L’attività dedotta nella presente scrittura privata sarà svolta da SPIZZI SA in totale autonomia organizzativa ed operativa: SPIZZI SA avrà quindi la più ampia facoltà e libertà di scegliere le modalità ed i tempi di realizzazione della segnalazione, con l’unico vincolo di agire con diligenza professionale e correttezza.

2.3 Fermo quanto precede, le Parti espressamente convengono di valutare periodicamente – in un’ottica di coordinamento e nel rispetto dell’autonomia nell’esecuzione della prestazione – la conformità dell’operato di SPIZZI SA con le disposizioni della presente scrittura privata, nonché con quelle legislative e regolamentari tempo per tempo vigenti. A tal fine, SPIZZI SA si impegna sin d’ora a collaborare attivamente con la societa’ per agevolare tale valutazione.

Art. 3 Compenso e termini di pagamento

3.1 Per l’attività svolta spetterà a SPIZZI SA un compenso annuo lordo in misura fissa pari ad EUR 42’800 (quarantaduemila ottocento).

Et voilà.

Soldi gratis.

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Masturbazioni profittevoli

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Per ragranellare qualche soldo in più, la Spizzi offre un grande servizio di consulenza. Periodicamente, possibilmente una volta all’anno, difficilmente due, il sottoscritto diffonderà la sua opinione su quello che sarà l’andamento dei mercati.

Un momento.

Calma.

Non vorrei essere frainteso. I rapporti non li scrivo io. Ci mancherebbe altro.

Non desidero perdere il mio tempo con delle masturbazioni mentali. Lascio queste cose a esperti segaioli: analisti e gestori.

Mettiamo in chiaro alcuni punti importante sulla natura e sulle caratteristiche di questa consulenza.

1. Il mio rapporto periodico non deve essere necessariamente veritiero.

2. Certamente non è richiesto che sia molto lungo o comprensivo. Non è nemmeno consigliato. Tanto, nessuno lo leggerà mai.

3. Non è obbligatorio che io ne sia il vero autore.

4. L’unico scopo di questa relazione sui mercati è quella di essere lì a disposizione.

Il rapportino è solo una pezza giustificativa.

Anche le società di gestione hanno i loro conti controllati ogni anno. Se qualcuno dovesse chiedere alla società di gestione ABC perché la Spizzi abbia ricevuto quegli extra 50 mila euro nel tal anno, ecco che salta fuori il prezioso documento a giustificare la fattura.

Consulenze: il rimedio a tutti gli ostacoli legislativi.

Ok. Va bene.

Abbiamo capito.

Ma tu che scrivi, chiederete di nuovo?

Io non scrivo assolutamente nulla.

Usi gli straordinari poteri del mio computer per fare un copia ed incolla da altri rapporti annuali che ricevo da altri fondi. Ne ricevo a decine.

Lunghi.

Dettagliati.

Inutili.

Potete sempre contare sulla logorria dei gestori, sul loro bisogno di predirre il futuro e sulla loro necessità di ammazzarsi di seghe mentali.

Il rapporto, ovviamente, per essere figo, deve essere in inglese. Anche su questo, no problems: li scrivono tutti in inglese.

Ho anche i miei preferiti. Ci sono un paio di società che pubblicano rapporti annuali particolarmente carini. Con grafici e tutto. Sono quelli che diffondo di più.

Di cosa parlano in genere?

Non saprei.

Non è che io li legga completamente. Sono tanto eccitanti quanto la legislazione fiscale. Sarebbe più divertente fermarsi sul ciglio della strada per guardare l’erba crescere. Leggo qualcosina qua e là, giusto per avere un’idea generale dell’umore del documento: ottimista, pessimista o neutrale.

Ho i miei preferiti, ma cerco di essere un uomo giusto. Copio un po’ da tutti.

Ne preparo tre all’anno. Il neutrale, l’ottimista ed il pessimista.

Sono davvero carini.

Sono anche profittevoli.

A seconda di quanti capitali ho girato il fondo, questo copia ed incolla mi frutta dai 30 agli 80 mila euro. Per email spedita.

Carino vero?

Eppure c’é di meglio.

Possono anche essere pagato per non fare niente.

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Consulenze: un rimedio a tutti i mali.

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Puo’ succedere che la legge imponga dei limiti a quanto un agente (come noi fiduciari) possa essere pagato. Un fondo ha diversi compartimenti e la mia commissione può arrivare solo da alcuni di questi. Il problema è che la parte che mi spetta legalmente, spesso e volentieri è troppo piccola. In fondo, non è raro che io conceda capitali a gestori di capacità discutibili se non pessime. Mi merito di più e certamente voglio di più, anche se le regole dicono che non dovrei.

Non c’è problema.

Quello che si fa in questi casi è di organizzare un bel contratto di consulenza.

L’accordo prevederà che una o due volte all’anno la Spizzi spedisca alla compagnia di gestione un rapporto con qualche considerazione sul futuro del mercato finanziario.

E che ne sai tu, direte voi, su quello che succederà nei mercati finanziari nell’anno che verrà?

Come tutti, ma proprio tutti, gestori inclusi, ne so poco o niente. Ai gestori non piace ammetterlo, ma in media, le loro previsioni “ufficiali” riflettono quello che loro sperano porti profitto al loro portafoglio. Se dovessere guadagnare da un boom economico, allora saranno tutti ottimisti. Se hanno costruito un sistema di titoli per proteggersi da una recessione, allora prediranno una recessione dietro l’angolo. Non è detto che succederà. Dovesse succedere sarebbe più una coincidenza che altro, ma molti di loro sono fermamente convinti delle loro opinioni. Potete sempre far affidamento sulla vanità di un gestore.

Io non faccio nulla per andare contro quelle opinioni. Il mio rapporto tende sempre a riflettere le idee di chi è destinato a riceverlo. Non vedo perché offenderlo.

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Come farsi pagare quando non sei Ambrosetti

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Ambrosetti era brillante, unico e penso irripetibile.

Prendeva tutta la faccenda dell’essere un fiduciario con un senso dell’umorismo che non ho mai riscontrato in nessun altro.

“Sono tutte cazzate” era una frase che diceva spesso.

Come per tutte le cose, c’era un prezzo da pagare: una moglie distaccata, intenta a spendere soldi, ed un figlio idiota.

Nonostante le tante opportunità aperte da tutto quel denaro, il giovane Ambrosetti era il classico figlio di papà pirla. Fallito negli studi, sempre a rischio di essere bocciato quando adolescente, non si era mai laureato. Non in una univerità vera, comunque.

Ambrosetti aveva poi pagato per fargli avere anche il pezzo di carta.

I suoi commenti sul figlio erano molto espliciti e la mancanza di rispetto era reciproca. Papà Ambrosetti, però, assicurava al figlio che ci sarebbe sempre stata una Porche con il pieno a disposizione, quindi tutto andava bene.

Ambrosetti non sembrava curarsene. Era comunque contento.

Di tutte le genialate, la commissione “matrimonio per l’amante” è stata la cosa più interessante che io gli abbia visto fare.

Gli altri, i mortali, quelli come me, devono ricorrere a metodi più ortodossi per farsi pagare: commissioni ufficiali e, se proprio si deve, consulenze.

Può succedere che la legge imponga dei limiti a quanto un agente (come noi fiduciari) possa essere pagato. Un fondo ha diversi compartimenti ed il mio emolumento può arrivare solo da alcuni di questi. A volte il compartimento che mi spetta è un po’ troppo piccolo per i miei gusti.

Non c’è problema.

Quello che si fa in questi casi è di organizzare un bel contratto di consulenza.

La prossima volta ve ne presenterò alcuni esempi.

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Sesso e commissioni: i clienti cosa dicono?

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Riassunto: Ambrosetti aveva usato i soldi degli altri per finanziarsi il piacere di trombarsi una delle sue tante amanti. I soldi erano arrivati da commissioni che lui aveva ottenuto dai fondi dove aveva piazzato il capitale dei suoi clienti. Visto che Ambrosetti, come tutti i fiduciari, aveva in testa il suo reddito, il denaro era stato messo in fondi pessimi. I fondi pessimi sono quelli che garantiscono commissioni più alte ai fiduciari.

Alla fine i clienti ci avevano perso 140 mila euro.

Certo, sarebbe legittimo chiedersi: ma il cliente non si è incazzato. Quello che ha perso i centoquaranta testoni. Qui sta il bello del gioco: non si tratta di un cliente solo. Abbiamo a che fare con parecchi clienti, ognuno dei quali, ha investito non piu’ del 2 per cento del proprio capitale.

Immaginate di essere il cliente Pippo. Pippo ha evaso un milione e lo ha affidato ad Ambrosetti. Ambrosetti, che ha i suoi bisogni erotici, investe il 2 per cento di quel milione, cioè 20 mila euro, nel fondo dell’incompetente. Fa la stessa cosa con parecchi di altri clienti finchè non raggiunge i 2 milioni desiderati. Dopo due anni i 20 mila euro di Pippo hanno perso millequattrocento euro (il 7 per cento di 20 mila). In realtà hanno perso un po’ di piu’, perché ci sono state tutta una serie di commissioni aggiunte dalle banche, ma per l’amore del discorso diciamo sette per cento. Quei 1’400 euro su un milione contano come lo 0,14%. Pippo non si è neanche accorto di aver perso i soldi.

Ammettiamo invece, che se ne fosse accorto, e che avesse contattato Ambrosetti per chiedere le ragioni dell’investimento.

È improbabile che Ambrosetti avrebbe risposto: “Dovevo trombarmi l’amante, una vera macchina da sesso.”

Ci sarebbe stata la classica risposta: “Il fondo sembrava promettente. Comunque, come vede, non ho voluto rischiare troppo. Ho investito solo una piccola parte del capitale e ho chiuso la posizione quando ho visto che il titolo non andava da nessuna parte. Non ha fatto danni permanenti.”

Funziona sempre.

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Sesso e Commissioni (Parte 4, o perché noi fiduciari siamo dei santi)

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Facciamo una cosa noiosa.

Facciamo qualche conto.

Ambrosetti ha usato 2 milioni di euro di soldi non suoi per garantirsi per qualche mese in più i servizi di una delle sue tante amanti.

Servizi straordinari, certamente, ma ne è valsa veramente la pena?

Come ne sono usciti i vari attori di questa commedia.

I 2 milioni girati da Ambrosetti al fondo di investimento non finiscono nelle mani di un gestore qualsiasi. Il gestore è, in realtà, un incompetente come pochi: 10 anni che insiste a fare la stessa cosa anche se questa cosa non ha mai fatto altro che perdere soldi.

Nei due anni previsti dal “contratto”, il fondo perde il 7 per cento con un mercato che, nello stesso periodo, sale del 25 per cento. Come ho detto: il gestore è un incompetente, quindi nessuna sorpresa.

Traduciamo tutto in soldi.

I clienti: danno i due milioni alla fiduciaria. Tasse evase sui due milioni: 853 mila euro.

Perdita del capitale (7 per cento di 2 milioni): -140 mila euro. Altri costi (banche, avvocati, imposte varie): 60 mila euro. Mettiamo tutto insieme:

Perdita 7%: – 140,000

Costi: – 60,000

Tasse Evase + 853,000

Bilancio: +653 mila euro. I clienti fanno un profitto.

Ambrosetti: spende 35 mila euro, ne guadagna 60 mila in commissioni dal fondo e continua a trombarsi l’amante. Senza dubbio, il vero vincitore.

L’incompetente: Si tiene 40 mila immeritatissimi euro generati in due anni dalle commissioni del fondo.

Son tutti felici.

In realtà noi fiduciari siamo dei santi.

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Sesso e commissioni (parte 3)

Se il pezzo che segue dovesse piacerti, per favore spargi la voce.

Dove eravamo rimasti?

Ambrosetti mi disse: “Voglio che la ABC123 – la compagnia gestrice di fondi a cui pochi davano soldi – mi procuri qualcuno che sposi Natalia. Pagherò il marito diecimila euro. L’unica cosa che deve fare quest’uomo è presentarsi alla cerimonia. Mi prenderò cura del ristoraten e pagherò per il pranzo, l’abito bianco ed i festeggiamenti. Poi il marito potrà tornare a nascondersi nel buco da dove è apparso.”

“Sei pazzo – gli dissi – non accetteranno mai.”

“Hanno già accettato.”

Ricordo che rimasi senza parole. Non dissi niente per almeno trenta secondi.

“Cosa vogliono in cambio?”

“Un paio di milioni sul portafoglio di quello sfigato per almeno un paio d’anni. Si può fare.” Lo sfigato era uno dei soci della compagnia. Un uomo che perdeva soldi e capitali da anni.

“Alle solite condizioni?”

“Ovvio. Mi prendo l’uno e mezzo per cento all’anno. Quindi in due anni 60 mila euro. Mi ripago dei costi e ci guadagno qualcosa.”

“E se lui, il marito, se la vuole trombare?”

“È il marito. E Natalia è una gran bella figa. Buon per lui. A me basta che lei sia a disposizione.”

Ambrosetti sa come essere romantico.

Il commerciale del fondo senza speranza aveva un lontano cugino, un tizio superpalestrato e squattrinato, che avrebbe potuto fare la parte dello sposo.

La cosa fu fatta per bene. I due vennero fatti incontrare e vennero pure prese delle foto.

Il matrimonio venne celebrato in Italia, in una bella chiesa medioevale a Volterra, un bel sabato di luglio. Una quarantina d’invitati. Abito bianco e ristorante godereccio. Servizio fotografico di qualità. Ambrosetti voleva essere sicuro che tutto apparisse genuino, in modo da non avere discussioni con le autorità italiane.

La giornata gli era costata, tra compenso per il lontano cugino del commerciale e i festeggiamenti, intorno ai 35 mila euro. Era ancora in profitto.

Natalia ottenne il suo visto e, per quel che ne so, non rivide mai più il marito.

Luigi, tra un’amante e l’altra, vide ancora Natalia per un annetto. Forse qualcosina di meno. Poi i due andarono per la loro strada.

Al termine dei due anni Ambrosetti ritirò i due milioni. Anche per i suoi bassissimi standard, il fondo faceva così schifo che andava a violare la quarta condizione: quanto rende al cliente?

© I Soldi Degli Altri

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