Il Perfetto Incompetente va in guerra

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Il rapporto tra Perfetto Incompetente ed il suo assistente, il Distruttore di Fondi, era finito da almeno un paio di anni.

Peccato, perchè i due erano fatti della stessa pasta. Se il Distruttore di Fondi avesse avuto più soldi di famiglia, avrebbe anche potuto qualificarsi come Perfetto Incompetente.

Avremmo quindi assistito da vicino all’incredibile fenomeno di due Perfetti Incompetenti nella stessa azienda, un’esperienza simile all’osservazione di due buchi neri in orbita reciproca.

Il Distruttore di Fondi, ahimè, soldi suoi non ne aveva tantissimi. Veniva pagato bene, questo sì, ma quello stipendio non era abbastanza per garantirgli una vera autonomia.

Il Distruttore di Fondi (DF) era anche abbastanza un codardo e non aveva nessuna capacità di iniziativa. Era (è) un uomo che cercava protezioni.

Vedendo, come tutti nella GFL, che il destino del Perfetto Incompetente era quello di rimanere in un angolo buio, DF si sganciò e mise la sua lingua esperta all’opera, trovando nel culo del socio di maggioranza relativa la cosa giusta da leccare.

Il tempo passa e le cose cambiano.

Il socio di maggioranza relativa vende la sua quota.

DF adesso è solo ed il Perfetto Incompetente entra in azione.

Telefonate, emails, incontri con i soci rimasti per parlare di DF.

Il suo voto è necessario.

Gli altri soci gli danno carta bianca.

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Priorità

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Il Perfetto Incompetente, improvvisamente, senza che lui avesse fatto o contribuito niente, si trovava in Paradiso.

La GFL stava cambiando, il socio di maggioranza relativa era in uscita e c’era bisogno del suo voto.

L’uomo, perchè di maschio si tratta, si trovava in una posizione dove poteva avanzare le sue richieste.

Prima priorità: soldi.

Il Perfetto Incompetente era un uomo dai gusti costosi e, soprattutto, un gran puttaniere, cliente abituale di un paio dei postriboli più chic di Lugano.

Vivendo ben al di sopra di quello che poteva permettersi, il poveraccio (si fa per dire) era pieno di debiti.

L’aumento di 100 mila franchi l’anno venne concesso senza esitazioni, a cui venne aggiunto un bonus di dimensione simili per “meriti generici”.

Taaac.

Seconda priorità: vendetta.

Il Perfetto Incompetente (P.I. o Personaggio d’ora in poi), molti anni prima, aveva avuto una breve esperienza a Londra. Londra non è Lugano. Dopo averlo guardato in faccia per un po’, i proprietari dell’Hedge Fund per cui lavorava, si erano sbarazzati del personaggio con cortesia e grande efficienza.

Era ora di tornare in Ticino.

P.I. non tornò presso questo lato delle Alpi da solo. Si portò con sè un assistente: un giovane italiano che aveva conosciuto oltre Manica.

Al giovane assistente venne offerto un lavoro presso la GFL (appena fondata) ed un considerevole stipendio.

Per un po’ le cose andarono avanti senza intoppi. Purtroppo l’incompetenza di P.I. non poteva essere nascosta od ignorata a lungo.

Vedendo la nave affondare, il giovane assistente, non essendo né un marines né Cuor di Leone, l’abbandonò. Purtroppo per lui, il giovanotto, adesso sposato e con figli, non aveva molto talento da vendere. In realtà, a parte la chiara logorria, non aveva proprio talento. Col tempo si costruirà a Lugano una solida reputazione e ancora oggi (l’ho sentito giusto un mesetto fa) viene identificato come Il Distruttore di Fondi.

Questa, però, è un’altra storia.

Quel che è importante è che Il Distruttore di Fondi abbandonò al suo destino il Perfetto Incompetente e andò a riugiarsi sotto le ali del socio di maggioranza relativa.

Il tradimento non verrà dimenticato e tanto meno perdonato.

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La natura del Perfetto Incompetente

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Che cos’è un Perfetto Incompetente?

Qual è la sua vera natura?

È un incapace?

Lo è, ma non è l’unico incapace che potete trovare in giro.

È un ignorante?

Lo è, nel senso che il Perfetto Incompetente ignora la propria natura. Si crede onestamente capace. Pensa di essere in grado di fare le cose.

È uno che non merita la sua posizione? Che non dovrebbe avere il denaro che gli viene dato?

Certamente. Ci sono però persone che non meritano la loro posizione o il denaro che gli viene dato senza essere un Perfetto Incompetente.

Ma allora? Che cos’è?

Direi che il Perfetto Incompetente è un uomo inconsapevole e molto fortunato.

Pensate a Paperino e Gastone. Paperino è in grado di fare (e fa) mille lavori: dal lavapiatti al pilota di aereoplani. Paperino, la notte, si trasforma in Paperinik! Paperino è figo. Eppure, nessuno lo riconosce come tale.

Gastone? Gastone non sa fare niente e non ha bisogno di fare niente. Ha fame? Vince un pranzo al ristorante. È stanco di camminare? Qualcuno gli dà un passaggio.

Il Perfetto Incompetente è Gastone. Un uomo fortunato che, nonostante la sua natura odiosa, riesce, inconsapevolmente, a cavarsela sempre.

L’inconsapevolezza è la sua maledizione.

Tutti, ma prorprio tutti, si rendono conto dell’inutilità del Perfetto Incompetente e fanno del loro meglio per liberarsene o, almeno, per metterlo in un angolo. Per quanto sia impossibile liberarsi di un Perfetto Incompetente (i suoi superpoteri lo impediscono), provarci è la cosa giusta da fare.

Il Perfetto Incompetente, però, non la vede così. Si vede messo in un angolo e non capisce. La cosa lo fa infuriare. Si sente defraudato di tutta quella gloria che pensa di meritare.

Poco male.

Nella maggior parte dei casi questo non ha conseguenze: è un Perfetto Incompetente. Dove volete che vada?

Se però vi capita il Perfetto Incompetente Ultra Fortunato (una rarità tra le rarità), allora sono guai.

Il Perfetto Incompetente che riesce ad uscire dal suo buco è un uomo molto vendicativo.

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Sono Offeso e Sono Dio

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La rivoluzione all’interno della GFL non era piaciuta per niente al socio di maggioranza relativa.

La cosa, mi dicono, era anzi stata messa in piedi dagli altri soci tenendo il socio di maggior peso (sul capitale) quasi all’oscuro.

Il socio, chiamiamolo Sono Offeso e Sono Dio, decide di uscire dalla GFL e mette la sua quota sul mercato.

Gli altri soci reagiscono in modo apparentemente dispiaciuto: “Ma no”, “Ma perchè”, “Vent’anni insieme”, “Ci dispiace” e via cantando.

In realtà sono sollevati. Sono Offeso e Sono Dio gli stava davvero sul cazzo.

Il più felice di tutti era il Perfetto Incompetente. Poichè, come persona, non era in grado di riconoscere la propria perfetta incompetenza, il disgraziato aveva indirizzato tutta la propria frustrazione e aveva dato la colpa dei suoi insuccessi a Sono Offeso e Sono Dio, l’uomo che, a seguito di parecchie litigate tra i soci, era riuscito a mettere il Perfetto Incompetente in un angolo oscuro della GFL. Un posto da dove i danni causati dalla sua perfetta incompetenza sarebbero stati ridotti ad un minimo quasi tollerabile.

L’uscita dalla GFL del socio odiato, avrebbe permesso al Perfetto Incompetente di togliersi dei sassolini dalle scarpe, di vendicarsi contro tutti quelli che lui considerava traditori (una lista davvero lunga) e, soprattutto, di pagare almeno parte dei suoi molti debiti.

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Chi porta i pantaloni

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Salvare la GFL avrebbe avuto conseguenze anche per il personale dell’impresa.

Non puoi limitarti a comprare i capitali: devi anche acquistare chi ha procurato quei soldi.

Non puoi nemmeno limitarti ad assumere questa gente: devi promettere più soldi.

Devi anche sperare che questa nuova gente non si metta a studiare la qualità dei tuoi fondi.

In effetti, questi futuri nuovi responsabili della clientela privata della GFL non avevano bisogno di studiarne i fondi. Avendoli evitati con cura per decenni, li conoscevano benissimo.

Un gestore di clientela privata (loro, non immuni alla magia dell’inglese, si definiscono Private Banker) non è diverso da un fiduciario: se vede un’opportunità di arricchirsi o di rendersi la vita più comoda la coglie immediatamente.

I quasi impiegati della GFL misero giù le loro condizioni:

1. Un bonus pagato a tutti subito, prima ancora di cominciare a lavorare.

2. Assunzione dei loro assistenti

3. Un ufficio dedicato solo a loro in un edificio separato da quello della GFL.

4. Nel nome della meritrocazia, assunzione del figlio di una delle gestrice.

Cosa rispose la GFL? No problem.

Non si tratta nemmeno di calare le braghe.

Le braghe non c’erano proprio.

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Il piano

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Il piano per cambiare la GFL si basava sul fatto che i fondi propri della GFL erano invendibili.

Nessuno ci avrebbe mai messo dei capitali.

C’era solo un modo per avere più denaro: comprarlo.

Come si compra il denaro?

Ma con le commissioni, sciocchini.

Si cercano dei fiduciari, degli agenti, magari anche un po’ avanti con gli anni, e gli si offre una quota più grande delle commissioni. Prendono il 10 per cento degli introiti. Gli offri il 30 per cento.

È incredibile come lealtà di anni, svaniscano con la stessa rapidità di un cubetto di ghiaccio in un forno acceso.

Cosa sarebbe cambiato per il cliente, il vero possessore dei soldi? In termini di commissioni totali niente. Se prima pagava lo zero virgola qualcosa per cento di costi, avrebbe continuato a pagare lo zero virgola qualcosa. Quello che cambiava per le commissioni era la loro distribuzione tra i vari avvoltoi… ops gestori.

Qualcosa, comunque, sarebbe cambiato per il cliente: il portafoglio. Una buona fetta del suo denaro sarebbe adesso stato investito nei fondi della GFL ed il suo rendimento sarebbe sceso.

Ovviamente avrebbe anche cominciato a pagare le commissioni di questi fondi.

Che figata di piano!

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Un uomo pronto a vendersi

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Il Perfetto Incompetente della GFL era un uomo ormai disperato.

Di famiglia ricca (persino conosciuta), era abituato sin da piccolo ad un certo stile di vita. Da parecchi anni, non era più in grado di permettersi quello stile di vita, un problema che lui aveva completamente ignorato.

Il Perfetto Incompetente era pieno di debiti.

Per quanto ricevesse uno stipendio “da socio”, non aveva veramente altre fonti di reddito. A buon ragione, nessuna desiderava i suoi servizi: in una decina di anni aveva completamente distrutto un paio di fondi e, in qualche mese, forse un anno, ne avrebbe affondato un altro.

Gli altri soci non avevano mai avuto il coraggio di liberarsene, ma lo avevano costretto in un angolo buio della compagnia, dove non potesse nuocere (se non a se stesso).

Il Perfetto Incompetente era comunque un gestore, quindi con il solito forte senso della propria divinità e aveva reagito alla situazione in cui si trovava nel modo più naturale: dando la colpa ad altri. In particolare ce l’aveva con uno dei soci di maggioranza e con uno dei suoi ex assistenti che, avendo visto la barca affondare, l’aveva prontamente abbandonata per andare cercare protezione, tra tutte le persone, sotto le ali del socio odiato.

Quando il commerciale della GFL lo introdusse all’idea di cambiare la natura della società, il Perfetto Incompetente era più che pronto ad ascoltare.

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C’era una volta…

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C’era una volta questa piccola impresa di gestione di Lugano.

L’impresa aveva pochi soci: si contavano sulla dita di una mano.

Non era una grande impresa. Quando dico grande, intendo dire che i suoi fondi andavano dal mediocre al “in fondo, gli indiani, con la loro casta degli intoccabili avevano proprio capito tutto”.

Diamole un nome fittizio: GFL.

La GFL non si distingueva in modo particolare dalle altre imprese locali. Chi più chi meno, una volta che si va a guardare i dettagli, tutte le luganesi hanno un effetto lassativo, anche se, ad onor del vero, il rischio di avere la sciolta con la GFL era più alto della media locale.

La GFL era in crisi: le masse non erano quelle attese. Peggio: erano in lento declino.

Il problema era sempre quello: i fondi che non danno risultati li vendi solo a gente come me. Gli altri, saggiamente, li evitano.

Il commerciale della GFL, un mio grande amico ed un uomo che non è assolutamente in grado di mantenere un segreto, se n’era uscito con un’idea: cambiare la natura della GFL. Da gestore di fondi a gestore di clienti. La GFL aveva già un po’ di clientela privata e, giustamente, investiva la maggior parte di quei soldi nei suoi stessi fondi.

In questo modo la compagnia pucciava il biscotto due volte: una volta con le commissioni sul conto del cliente ed una seconda volta con le commissioni di gestione del fondo.

Per questo li invidio.

I fondi della GFL vivevano, quindi, dei soldi schiavizzati della sua stessa clientela privata. Nessun altro li voleva. Cioè, io i soldi dei miei clienti li avevo anche messi, ma, come immaginate, ad un prezzo vantaggioso per la Spizzi.

Come al solito, divago.

Dov’eravamo.

Ah, sì: il commerciale.

Il commerciale ha una brillante idea: aumentare le masse comprando la clientela di altre fiduciarie.

Piccola parentesi qui: quando ha chiesto a me, gli ho risposto con la versione educata di “col cazzo”.

Per poter procedere con un piano così radicale rispetto a quelle che erano le venerate tradizioni della GFL (fare esattamente quello che i due soci di maggioranza volevano), aveva prima bisogno di alleati: uno dei due soci di maggioranza ed un disperato: il perfetto incompetente.

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A volte tornano

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Un po’ di tempo è successo qualcosa nel mondo finanziario di Lugano. Un’operazione in fondo non piccolissima (parecchie centinaia di milioni di franchi) che è passata completamente inosservata.

Eppure capitali si sono mossi.

Persone sono state assunte e licenziate.

Equilibri societari sono stati scossi.

Un perfetto incompetente si è improvvisamente trovato con del vero potere a sua disposizione.

A volte un’impresa puo’ andare sul mercato per comprare un’altra impresa. Nel mondo delle fiduciarie, questo vuol dire soprattutto comprare la clientela di qualcun altro. È un modo veloce di aumentare le proprie masse.

Queste operazioni, però, possono portare a conseguenze non previste, specialmente quando la dimensione di chi acquisisce e di chi si fa comprare sono, in fondo, simili.

Una cosa è mangiarsi un paio di fragole. A meno che il vostro nome sia Obelix, un’altra cosa è mandare giù un paio di cinghiali.

Questa operazioni aveva di fronte a sè due entità di dimensioni simili.

Equilibri azionari vecchi di decenni sono stati improvvisamente scossi.

Un socio non c’è stato.

Un socio minoritario ed inutile è diventato, da un giorno all’altro, rilevante per le decisioni aziendali.

Le conseguenze non sono state piacevoli.

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Quattro conti sul Perfetto Incompetente

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Avere in mano un Perfetto Incompetente ha grandi conseguenze.

Il potere che si ha sul fondo, a quel punto, è totale. Si finisce per essere gli unici investitori.

Questo ha ripercussioni per tutto il resto della compagnia. Indirettamente si ha un potere di ricatto. Se tirate la spina ai capitali che mantengono la sanità psicologica del Perfetto Incompetente, nonché socio della compagnia, le conseguenze sarebbero sentite da tutti.

È probabile che riuscirete a tirare il prezzo anche su altri fondi della stessa società.

I soldi che a questo punto la fiduciara investirà non saranno mai tantissimi.

Se il fiduciario ha la gestione di 1 miliardo di euro, probabilmente metterà l’uno per cento di quei soldi in quel fondo. Intorno ai 10 milioni.

Non è improbabile che quei 10 milioni gli rendano ogni anno l’uno e mezzo per cento o 150 mila euro. Sicuri. Abbastanza da pagare salario della segretaria di passaggio e le spese dell’ufficio.

È come se qualcuno si offrisse di comprare per voi un buono del tesoro e vi lasciasse incassare le cedole.

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